“Una domenica, mamma…” – Vanessa Navicelli

Una domenica, mamma…, secondo romanzo della Saga della Serenella di Vanessa Navicelli, è un libro intenso, che racconta il dramma e la grandezza della Resistenza in Italia, vista con gli occhi di una donna.

Dopo Il pane sotto la neve (vedi la recensione qui), Vanessa Navicelli riavvolge il nastro e riparte dalla tragedia della campagna di Russia, che ha sconvolto la vita dei suoi personaggi. Mentre il precedente romanzo si snodava temporalmente sui primi quattro decenni del secolo scorso, dagli inizi del Novecento fino agli eventi bellici degli anni ’40, questo racconto si focalizza su un anno solo: dall’ottobre del ’43 allo stesso mese del ’44.

Emma, detta “la Garibaldina”, figlia di Battistino e Cesira, protagonisti del precedente romanzo, ha perso il figlio Andrea, caduto, appunto, nella ritirata disastrosa dell’Armir, e da tempo non ha più notizie del marito Aldo, partito volontario in guerra. E’ una donna vinta dal dolore, che per mesi sopravvive vegetando, finché non incontra Sara, una bambina ebrea, miracolosamente scampata alla deportazione del ghetto. Per Emma è come uscire dal tunnel del proprio dolore personale e cominciare a farsi carico del dolore degli altri, è la riscoperta di un nuovo tipo di “maternità” che si concretizza quando entra in contatto con i partigiani della “brigata più piccola del mondo”, i ragazzi (alcuni poco più che adolescenti) del comandante Nuvolari e del suo vice Carnera, due reduci della campagna di Russia. Emma – nome di battaglia Mascia (Maria, in russo, cioè la mamma di tutti) – diventa staffetta partigiana. Poco a poco, con le sue doti battagliere, la sua testardaggine, il suo coraggio unito ad una sapiente sensibilità, diventa un punto di riferimento e di equilibrio per tutta la lotta di liberazione.

Vanessa Navicelli è molto brava ad intrecciare le vicende e dimostra in questo libro di aver acquisito maggior esperienza e sicurezza narrativa rispetto al precedente romanzo.

Ciò che colpisce in Una domenica, mamma… è la caratterizzazione dei personaggi: profonda, realistica, complessa, com’è complesso il periodo storico che sono chiamati a vivere. Ne escono delle figure vive ed originali.

E poi ci sono le donne, autentiche protagoniste di una stagione storica tragica. Emma su tutte, simbolo di quanto madri, mogli, sorelle abbiano speso, rischiato, pagato per la libertà del nostro Paese, senza rinunciare alla loro peculiarità: il senso materno, il sapersi prendere cura, il difendere la vita degli altri, anche a costo della propria. Emblematico il racconto della “brigata delle mamme” che, incuranti del pericolo, mettono in atto un pericolosissimo piano per liberare i loro figli partigiani catturati dai repubblichini.

Una domenica, mamma… è un libro che va letto. Brava l’autrice che, pur inserendolo in una saga, ne ha fatto un racconto a sé: non è necessario, infatti, aver letto il precedente romanzo per avvicinarsi a questo.Una domenica, mamma… è un libro avvincente, non agiografico; un libro che non mitizza la lotta partigiana, ma che commuove, che fa riflettere sui valori più profondi del nostro essere comunità, quei valori, come la libertà, cui oggi sicuramente ci si richiama con troppa superficialità ed inconsapevolezza.

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