Con la sua consueta intelligente ironia, Scanzi traccia un ritratto impietoso di un personaggio pubblico che, in qualità di Senatore della Repubblica Italiana (sì, tutto con iniziali in maiuscolo) dovrebbe rappresentare “il meglio” (l’àristos) della nostra società civile. Purtroppo, nonostante il titolo al singolare, dalle pagine di Scanzi emerge un’ampia schiera di “cazzari”, purtroppo (di nuovo) appartenenti ad una trasversale e ben distribuita serie di schieramenti politici. E’ un libro che indigna e deprime, ma assolutamente da leggere, anche se non si è d’accordo con la lettura che Scanzi fa della realtà del nostro tempo. Occorre riflettere sulla diffusa, benché non generalizzata spero, pochezza morale della nostra classe politica: il libro di Scanzi è un ottimo punto di partenza.

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