Gli Aitia, termine greco che significa “origine”, “causa”, sono una raccolta di poesie (elegie) scritte dal poeta e filologo di età ellenistica Callimaco (310-235 a.C.). L’opera, suddivisa in quattro libri, comprendeva circa quaranta elegie, ma i testi giunti fino a noi sono molto frammentari e gran parte di essi ci sono noti indirettamente, solo grazie alle citazioni di altri autori. Scopo delle poesie di Callimaco? Raccontare le “cause”, le origini appunto, per lo più mitiche, di nomi, usanze, tradizioni e culti del suo tempo.

Per chi ama la storia e l’evoluzione della letteratura, a partire proprio dalle origini, è imperdibile la lettura del Primo libro degli Aitia di Callimaco, libro che ha una funzione di proemio, tanto da ritenerlo scritto per ultimo, successivamente alla stesura delle altre elegie. Il prologo degli Aitia è proprio un manifesto della poesia ellenistica, in polemica con la poesia precedente e contemporanea. La nuova poesia ellenistica, che trova in Callimaco il più grande esponente, è contraria ad opere lunghe ed impegnative, ad imitazione dei poemi omerici, a favore di composizioni più brevi e più eleganti. In generale, Callimaco inaugura un nuovo modo di rapportarsi con le divinità e con le Muse: il poeta non prega più gli dei, come avveniva in Omero, ma preferisce raccontare aneddoti mitologici ed umanizzati (come nel caso di Artemide bambina, protagonista di un Inno callimacheo) e dar vita ad un rapporto più personale, privato della dimensione sacra. Le elegie dei primi due libri, infatti, sono essenzialmente un dialogo di Callimaco con le Muse, alle quali il poeta chiede informazioni come fosse un loro pari.

Callimaco scrisse moltissimo (addirittura, secondo la tradizione, ben 800 libri), ma il suo valore è dato soprattutto dall’influenza che egli ebbe presso i poeti contemporanei e quelli latini, come Catullo, Virgilio, Orazio, Tibullo e Properzio. In effetti la poesia di Callimaco si distingue da tutta la produzione precedente per la cura e la pulizia formale e per la brevità ed intensità dei suoi testi.