“Vicini Lontani” – Angela Tognolini

Tutti i lunedì, per tutta l’estate, “Storie per ragazzi (…e non solo)”, una carrellata di proposte di narrativa per ragazzi; libri che possono avvincere, emozionare, far riflettere anche gli adulti. Si tratta di consigli per accompagnare le sempre gradite vacanze con gradevolissimi compagni d’avventura. Sì, perché i libri, quando non sono tra le mani dei prof, sanno anche essere discreti ed autentici amici!

E’ veramente un libro “forte”, questo Vicini Lontani di Angela Tognolini!

Intanto, due parole sull’autrice. Anzi, lascio che a presentarsi sia lei…da una recente intervista.

Non ho sempre pensato di voler essere una scrittrice. Da adolescente, avevo il desiderio di fare cose diverse da quelle dei miei genitori, di trovare una mia via. Ho scelto quella dei viaggi e della cooperazione internazionale e per questo sono stata alcuni mesi in Tanzania a fare volontariato e, tornata in Italia, mi sono iscritta alla facoltà di Studi Internazionali.

Per lunghi anni, ho pensato che a cambiare il mondo fossero l’economia e le politiche pubbliche, non le storie. Dopo gli studi, ho cominciato a lavorare come operatrice legale per i richiedenti asilo a Trento. Ed è successo che, nel mio lavoro, ogni giorno mi sono trovata ad ascoltare delle storie.

Un operatore legale, di mestiere, spiega la legge italiana ai migranti. Spiega perché e come si svolgeranno le interviste che lo Stato italiano fa a chi chiede asilo, per capire se possa ottenerlo oppure no.

L’operatore legale ricostruisce la storia con la persona che ha davanti, cercando di filtrare, attraverso le differenze culturali e le reticenze indotte dai traumi, una narrazione che l’ufficiale del ministero degli interni incaricato possa capire. 

Così ho ascoltato le storie di vita dei migranti, storie vere, lunghe, brevi, terribili, divertenti, piene di disperazione e piene di speranza, a volte inventate per celare storie ancora più tremende. Ho cominciato a scrivere, per due bisogni speculari e diversissimi. Il primo: per andarmene via da lì, da quella stanza in cui le cose più brutte dell’universo si arrampicavano sulla mia scrivania, evocate come demoni dal filo di voce di una ragazzina africana. E poi, seguendo il secondo bisogno, ho scritto proprio quelle storie lì, quelle in cui tuonavano le bombe e piangevano i bambini. Mi era stato chiesto dall’associazione per cui lavoravo, il Centro Astalli Trento, nel tentativo di far emergere una narrativa diversa sui migranti, contrastando i discorsi di odio sempre più presenti tra l’opinione pubblica.

I racconti di Angela Tognolini sono profondi ed intensi… quando ho cominciato a scrivere, non ho più potuto smettere. I miei racconti non parlavano solo di morte e distruzione, ma anche di risate, famiglie, amori, sogni e viaggi. Tutto questo era lì, nelle storie dei migranti, insieme con il brutto che avevano sulle spalle, portavano anche fiori nelle tasche, cibo buono, sorrisi e speranze. E ho capito che dovevo scrivere di loro perché se una parte di me voleva andarsene via da quella stanza, un’altra parte aveva bisogno di aprire la porta e di farci entrare tutti gli altri, lì dentro. Di farci entrare gli studenti e i professori, le casalinghe e i muratori, i miei amici e la mia famiglia, i miei nemici, i miei avi, i governanti e i sacerdoti. Perché quelle storie andavano sentite da tutti. Non perché tutti ne avessero paura, ma perché tutti ne avessero coscienza. Perché ne sorridessero, ne piangessero, ne rimanessero meravigliati. E, forse, poi, facessero qualcosa per cambiarle.

E per concludere, dalla postfazione dell’autrice: questi racconti sono un modo per condividere quello che mi è stato dato. La fortuna incredibile che ho avuto. Perché incontrare queste persone è stato un dono che non meritavo, con tutto il bello e tutto il brutto che portavano. Non ho la presunzione di poter dare altrettanto a chi mi legge. Solo la speranza di poter essere anch’io, per qualcun altro, simile a una di quelle voci che sono state così fondamentali per me.

Buona lettura e buona estate.

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