“Tornanti e altri incantesimi” – G. Pellizzari

I resoconti ciclistici di Giacomo Pellizzari colpiscono perché sono straordinari nell’ordinario. Mi spiego. Straordinari perché le imprese che compie sono sbalorditive: in questo libro racconta dell’anello dei 7 Majeurs, che obbliga – per avere il titolo di maître – a percorrere sette cime sopra i 2000 tra Italia e Francia (Fauniera, Lombarda, Bonette, Vars, Izoard, Agnello e Sampeyre) nell’arco di massimo 48 ore. Cioè, 370 chilometri e più di 10000 metri di dislivello. Roba da matti. Allora perché “ordinario”. Di ordinario c’è il ciclista Pellizzari. Che non è un professionista o un ex-professionista e non fa nemmeno parte di quella schiera di ciclisti amatori che dedica alla disciplina diverse ore del giorno. No, Pellizzari è un ciclista qualunque. Appartiene a quella setta un po’ stralunata di persone comuni che – per un qualche richiamo mistico, magico e vagamente masochistico – ama svegliarsi prestissimo la domenica per pedalare alcune ore in compagnia. Insomma, uno di noi.

Tornanti e altri incantesimi racconta appunto la sua avventura sulle mitiche cime italo-francesi. Una avventura che ha vissuto nell’estate del 2020, insieme all’amico ciclista Massimiliano. Sì, in compagnia, perché “soffrire in due, e raggiungere un grande obiettivo in due, significa anche gioirne insieme dopo aver tanto patito”. Non entrerò nei dettagli del resoconto ciclistico. Lascerò al lettore il gusto e la sorpresa di scoprire se il tentativo per diventare maître dei “7 Maggiori” sia riuscito oppure no. Tuttavia, se ho capito qualcosa di Pellizzari (sia da questo libro sia da Ma chi te lo fa fare?), l’impresa è solo il pretesto per vivere un’avventura, per scoprire nuovi posti e scoprirsi in nuovi posti. Per capire, quindi e prima di tutto, qualcosa in più di se stesso. Les 7 Majeurs sono l’occasione di un viaggio che è anche interiore e per compiere il quale la bicicletta diventa strumento fondamentale. Credo che questo sia il messaggio di fondo che Pellizzari voglia lasciare al lettore: si può imparare molto su se stessi e sul mondo attraverso un gesto all’apparenza così semplice come pedalare.

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