Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, L’educazione di un fascista di Paolo Berizzi, non è un saggio storico, ma un libro d’inchiesta su un inquietante fenomeno che sta crescendo fra le pieghe della nostra società: l’eversione di destra. Dalla documentatissima inchiesta di Berizzi emerge che “esiste una trasmissione sempre più manifesta di valori, un passaggio tra le generazioni che conserva il culto dell’autoritarismo, della violenza e della morte, l’ossessione razzista e xenofoba, la disciplina militaresca e la pulsione identitaria che già una volta hanno formato un’intera generazione di ragazzi”. Quei ragazzi che, in un tempo non abbastanza lontano, a seconda dell’età, venivano definiti “Figli della lupa”, “Balilla” o “Avanguardisti”.

In questa inchiesta, Berizzi, che da anni indaga sulla rinascita delle organizzazioni di estrema destra in Italia, segue le tracce di un fenomeno tanto diffuso quanto sottovalutato: il ritorno dell’educazione fascista. Così si scopre che c’è una fitta rete di palestre, ben distribuite nel nostre Paese, dedite soprattutto alle arti marziali, in cui lo sport serve per “allevare” picchiatori, militanti, “uomini nuovi”, fin dalla più giovane età; sono tornate anche le colonie estive, per insegnare l’ordine e l’obbedienza ai bambini; formazioni neofasciste infine indottrinano i “giovani soldati” che presidiano le curve degli stadi, ma anche scuole, associazioni e piazze.

Un libro pesante, documentatissimo, su una realtà anche non troppo nascosta, sulla quale – come conclude l’autore – non si può tacere.

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