“La stella di Andra e Tati” – Alessandra Viola, Rosalba Vitellaro

Storie per ragazzi (…e non solo)

L’estate sta dolcemente declinando verso un tiepido autunno…ancora qualche consiglio di lettura.

Nel 2018, è stato presentato a Torino il primo film di animazione europeo sull’Olocausto: La stella di Andra e Tati, tratto dalle drammatiche vicende delle sorelle Tatiana ed Alessandra Bucci, deportate con la mamma nel campo di concentramento di Auschwitz, nel marzo 1944, all’età di 4 e 6 anni, e ritornate a casa, dopo incredibili peripezie, ma miracolosamente salve, nel dicembre 1946. Il film è stato prodotto da Rai Ragazzi e dal Centro Larcadarte, con la collaborazione del Ministero dell’Istruzione, per la regia di Rosalba Vitellaro e Alessandro Belli. Prima di tutto, chi non ha visto il film, breve ma intensissimo, lo recuperi subito attraverso il sito Raiplay: ne vale veramente la pena. Inutile dire che la pellicola ha fatto incetta di premi in tutto il mondo.

La storia delle sorelline Bucci, dal cartone animato, è stata successivamente trasferita sulla carta stampata, a cura della regista Rosalba Vitellaro e di una delle sceneggiatrici del cartoon, Alessandra Viola. Il risultato è una bellissima pubblicazione, arricchita dalle suggestive illustrazioni tratte proprio dal film, a rendere ancor più intensa e struggente una storia di inaudita violenza e sopraffazione, ma anche di amore materno e di straordinaria capacità di sopravvivenza.

Andra e Tati, figlie di madre ebrea, benché cattoliche battezzate, furono deportate dalla città di Fiume il 28 marzo 1944, insieme con la mamma Mira, la zia Gisella, il cuginetto Sergio e l’anziana nonna. Affrontarono il lungo viaggio di trasferimento fino al campo di sterminio di Auschwitz, dove persero subito la nonna ed anche i contatti con la madre. Al campo vissero mesi di solitudine e paura, nella baracca riservata ai bambini, dalla quale il dottor Mengele traeva le vittime per i suoi deliranti esperimenti. Alla liberazione del campo da parte dell’esercito sovietico, nel gennaio del 1945, Andra e Tati furono trasferite a Praga, in un orfanotrofio e, da lì, nel marzo 1946, raggiunsero l’Inghilterra, dove era stata creata una struttura per ospitare i bambini ebrei rimasti orfani. Nel frattempo il padre di Andra e Tati era tornato dalla guerra sano e salvo ed anche la madre era sopravvissuta al lager ed ora cercavano le figlie. Le sorelline furono così rintracciate e poterono raggiungere i genitori solo a dicembre dello stesso anno.

Le due autrici hanno saputo trasferire sulla pagina l’intensità delle immagini del film ed hanno trovato la delicatezza e l’equilibrio per raccontare con linguaggio semplice, adatto anche alla sensibilità dei lettori più giovani, una storia che di per sé va ben oltre i limiti della violenza.

La storia di Andra e Tatiana è stata raccontata in varie pubblicazioni. Due, in particolare, sono consigliabili: Chi vuol vedere la mamma faccia un passo avanti di Maria Pia Berlicchia e Meglio non sapere di Titti Marrone. Andra e Tati sono ancora vive. Nel 2005 sono ritornate per la prima volta a visitare Auschwitz e da allora ogni anno accompagnano tanti giovani che vogliono conoscere la loro storia e cercare di capire una pagina scellerata della nostra storia.

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