“La grammatica è una canzone dolce” – Erik Orsenna

L’estate è terminata ed ha ormai lasciato il posto a lunghe ed intense giornate di studio e lavoro. Tuttavia, la passione per la lettura non si è minimamente scalfita. Questa rubrica, dunque, non avrà più una cadenza regolare, come nei mesi scorsi, ma continueremo a pubblicare ancora tante recensioni di storie per ragazzi (…e non solo).

Erik Orsenna è un personaggio poliedrico: filosofo, economista, docente universitario, consigliere politico e fecondo scrittore, anche se parcamente tradotto in Italia.

Con il libro La grammatica è una canzone dolce, l’autore francese ha inaugurato un ciclo. A questo agile volume, infatti, sono seguiti, negli ultimi anni, altri racconti, dedicati alle parole, ai congiuntivi, alle virgole.

La trama. Giovanna e Tommaso, fratelli molto diversi, si imbarcano su una nave per raggiungere il padre, che vive negli Stati Uniti, dopo essersi separato dalla moglie. Durante la traversata, una terribile tempesta li sbalza dal ponte e li scaraventa tra i flutti. Al loro risveglio si ritrovano su un’isola, sani e salvi, ma soprattutto accuditi da personaggi un po’ eccentrici, a dire il vero, però molto premurosi. Tuttavia, Giovanna e Tommaso si accorgono che qualcosa di terribile è loro capitato: non riescono più a parlare, sono assolutamente muti. In questa situazione, i due ragazzi scoprono di trovarsi in un ambiente del tutto originale, abitato da persone molto particolari, come la vecchissima “nominatrice”, che mantiene in vita, pronunciandoli, i termini poco usati e quasi dimenticati. Mentre Giovanna si abbandona, a poco a poco, al variegato mondo delle parole, Tommaso si accosta al linguaggio della musica, in un percorso parallelo alla sorella, ma ugualmente ricco di potenzialità espressive. Attraverso una serie di esperienze sospese tra il sogno e la realtà, Giovanna e Tommaso riacquistano a poco a poco il dono della parola ed il piacere di comunicare, sfruttando le particolarità di ogni termine ed il suo ruolo all’interno delle frasi.

Il romanzo di Orsenna è veramente molto particolare, affascinante, onirico. Tra le pagine del libro, a tratti sembra di entrare nel Paese delle meraviglie. Non a caso, Lewis Carrol, insieme a Saint-Exupery e Leopardi, compaiono nel racconto come numi tutelari, quasi sacerdoti nascosti delle parole. Fantastica la descrizione della danza tra nomi ed articoli, quasi un rito di accoppiamento, con cui essi danno vita ad infinite nuove creazioni.

Ciò che si gradisce particolarmente in questo testo è l’abile equilibrio che lo scrittore mantiene tra la fantasia più ardita e la realtà più comune: il mondo delle parole è fantastico, ma non magico; esse risolvono tanti problemi, ma non tutto nella vita si sistema a parole, come nel caso dei genitori di Giovanna e Tommaso, che al termine della storia ritroveranno i loro figli sani e salvi, ma non il loro amore.

Non so se dopo aver letto questo libro, la grammatica sembrerà veramente ai ragazzi una musica dolce, certo sapranno sentire il fascino delle parole e cogliere tutta la poesia che le pervade.

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