“Il senso della vita” – Luigi Manconi e Vincenzo Paglia

Non è un libro di facile lettura, anzi non è proprio una lettura, ma una lunga ed articolata riflessione, a volte talmente profonda e raffinata da generare nel lettore (almeno per me è stato così), un po’ di smarrimento e di evidente difficoltà di comprensione.

E allora, perché leggere Il senso della vita?

Prima di tutto per il titolo, che rappresenta la Domanda di fondo di ogni esistenza, la questione che potrebbe far piena luce sulle infinite domande di significato che costellano il tempo di ogni uomo: che senso ha?

Poi per la forma: il sottotitolo recita Conversazione tra un religioso e un pococredente. In realtà, lo stesso religioso, Vincenzo Paglia, arcivescovo, presidente della Pontificia Accademia per la vita e gran cancelliere del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per le scienze del matrimonio e della famiglia, ama definirsi piuttosto “piccolocredente”. Il “pococredente”, invece, è un acuto editorialista, sociologo dei fenomeni politici, già parlamentare, sottosegretario di Stato alla Giustizia e presidente della Commissione per la tutela dei diritti umani del Senato. Insomma…semplicemente due amici che amano confrontarsi da posizioni più o meno diverse e che sanno cogliere nelle idee l’uno dell’altro nuovi e più profondi stimoli di riflessione.

Vale la pena leggere Il senso della vita, perché è un dialogo, genere assai poco sfruttato nei nostri tempi, in cui politici ed intellettuali (o presunti tali), amano aggredire, invece di confrontarsi, oppure evitano qualsiasi contraddittorio, rilasciando selfie-dichiarazioni ad uso e consumo (nel vero significato del termine) dei mass media.

Il senso della vita è come una lunga chiacchierata, quella che fanno due amici, a tarda sera o a notte inoltrata, con un bicchiere di vino in mano (l’ennesimo) e nessuno vuole sopraffare l’altro, perché non c’è nessun interesse da difendere e non c’è nulla da vincere o da perdere, ma solo da capire e da carpire qualche barlume di verità.

Il senso della vita è un libro a 360 gradi, in cui si parla di tutto, partendo dalla crisi umana e sociale, strascico (o punta dell’iceberg) di questa pandemia: la libertà e i suoi limiti (la fraternità è la grande promessa mancata della modernità), l’autodeterminazione del singolo e la responsabilità verso gli altri (mai più di oggi la cura vicendevole è divenuta il paradigma fondamentale della convivenza tra noi). E ancora, la nostra casa comune (l’umanesimo non ha fallito perché ateo, bensì ha fallito perché non ha realizzato il suo fondamento costitutivo: il rispetto incondizionato per l’uomo), la sessualità, la genitorialità, le nuove famiglie, la vecchiaia, il dolore e la morte. E infine, la giustizia e le ingiustizie (mai il mondo è stato così ricco, eppure mai ci sono stati tanti poveri e una disuguaglianza iniqua come oggi. E si sta aggravando).

Il senso della vita, di Luigi Manconi e Vincenzo Paglia, non è un libro di facile lettura, ma non è un libro solo da leggere: è uno straordinario esempio di come la mente umana, libera da condizionamenti e pregiudizi, possa inabissarsi nel mistero della vita e coglierne piccole scintille di verità.

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