“Il primo sole dell’estate” – D. Raimondi

Un romanzo ricco e profondo come La casa sull’argine (recensito da noi qui) non poteva restare chiuso in se stesso. C’era il materiale, c’erano i personaggi e gli spunti per dire qualcosa di nuovo e ulteriore.

Se la saga iniziale della famiglia Casadio si era dipanata per oltre tre secoli di storia, in questo sequel l’autrice si concentra sugli anni più recenti, dalla metà del Novecento ai giorni nostri. In qualche modo, colma i buchi lasciati aperti nel tragico finale del romanzo precedente e si concentra su quei personaggi che nell’opera precedente avevano avuto meno spazio. Il tutto viene compiuto con una coerenza e un’armonia davvero notevoli. A volte l’autrice racconta gli stessi episodi del romanzo precedente, ma da un punto di vista nuovo e fresco, e anche per noi è come leggerli per la prima volta.

Ma poi la storia va avanti e si concentra su quel miscuglio di amore e dolore che caratterizza la storia della famiglia Casadio, non senza gli spunti soprannaturali e magici che il sangue gitano gli garantisce. Con stile sicuro e grande capacità, l’autrice scava nelle sofferenze dei protagonisti, nei tradimenti, negli amori infranti ma sempre vivi sotto la cenere. Il tutto con un dinamismo che forse mancava nel precedente romanzo. Infatti, quest’opera si avventura nel mondo contemporaneo e la saggezza popolare dei contadini, con le loro salde tradizioni, lascia spazio a un mondo cosmopolita e in continuo divenire.

La casa sull’argine, il fiume Po e il paese natio di Stellata sembrano scomparire in favore della City londinese e di una vita più urbana. Eppure, le radici non scompaiono e, quando la vecchiaia incalza e la vita si incupisce, ecco che il mondo rurale di Stellata si dischiude nuovamente per i protagonisti. Un paese, un’identità, un punto fermo su cui si può far riferimento. Perché, comunque vadano le cose, il primo sole dell’estate è sempre lì che li attende in questo lembo della pianura padana.

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