Grazie anche alla consueta elegante scrittura, Zena Roncada, con Il cuore delle formiche, regala ai lettori un altro racconto emozionante: una pagina di Storia, in un tempo sospeso.
Le vicende si svolgono nella Bassa pianura padana, in un “paese a ferro di cavallo”, sulle rive del fiume Po. Dentro il paese, una comunità gravata dalle fatiche del vivere quotidiano, dalle preoccupazioni per il futuro e per le sorti delle persone care, poco a poco attraversata dalle violenze del fascismo e dagli orrori della guerra. Dentro la comunità, due famiglie, quella dei Bunéet, casari di tradizione, ma locandieri per necessità, e quella di Bigìn, un tempo fornaio, anzi “fachiro di ciambelle e di rosette”: vecchi e giovani, donne e uomini che amano, lavorano, soffrono, intrecciando i loro destini. E poi ci sono i valori di una civiltà, consolidati dal tempo: il senso del buono e del giusto, prima di tutto. E poi c’è una vita che si fa sempre più stretta e nera, mentre gli uomini, come formiche immerse nella Storia grande, si fanno naturali portatori di un lievito di idee, di passioni e di scelte generose, che nascono dal rispetto della vita e diventano Resistenza, a dimostrazione che ogni ‘cria’, ogni briciola, in un tutto, può fare la sua parte. Gigi, la Rosa e i loro mondi, i loro vissuti, i loro sogni, il loro amore pudico e paziente, ne sono lo sguardo e la speranza.
Il cuore delle formiche è una delicata poesia. Un’ode alla resistenza e alla resilienza, a dispetto delle avversità, dei soprusi e delle cattiverie umane. In ogni parola si avverte l’amore pieno dell’autrice per le proprie radici, culturali e spirituali.
Tutti i personaggi creati da Zena Roncada hanno uno spessore particolare; Il cuore delle formiche è un romanzo corale, non ci sono ruoli di secondo piano, perché tutta la comunità paesana è protagonista di uno spaccato di storia popolare e perché tutti condividono la stessa Storia e compartecipano alle storie degli altri con naturalezza.
“Forte della forza delle storie vissute, “Il cuore delle formiche” racconta un’epopea di resistenza familiare e di comunità, il coraggio della gente comune, la bellezza delle piccole cose, e lo fa semplicemente, con empatia, senza retorica”.
Che altro aggiungere? Buona lettura.
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