“Charter schools and their enemies” – T. Sowell

Solitamente i saggi di Thomas Sowell sono implacabili nella loro logica, ma pacati nel tono e nello stile. Questo saggio rappresenta un’eccezione.

Infatti, non solo Sowell sottolinea (con un ricco repertorio di fatti e statistiche) i risultati positivi delle charter schools, ma si lascia anche andare a delle critiche severe verso gli enemies (politici ed intellettuali) di queste scuole.

Questo si spiega con il tema del saggio: l’educazione. Un tema che sta particolarmente a cuore a Sowell. Infatti, prima di diventare un brillante economista e docente universitario, Sowell aveva abbandonato gli studi a 17 anni e solo in seguito (capendo l’errore commesso) aveva frequentato dei corsi universitari serali. Nel periodo tra la cessazione e la ripresa degli studi, aveva dovuto arrangiarsi con diversi lavori (e la coscrizione nella guerra di Corea). Insomma, gli è ben chiara l’importanza degli studi per costruirsi un futuro migliore, soprattutto per chi appartiene a delle minoranze.

Cosa sono le charter schools? In breve sono scuole pubbliche, ma non statali. Sono scuole che si frequentano gratuitamente, ma che non sono gestite direttamente dai distretti scolastici statali. Queste scuole sono autonome quanto a orario, programmi, insegnamenti, gestione dei fondi e così via. Non devono rispettare i contratti federali negoziati dalle potenti unions (sindacati) degli insegnanti e non sono tenute a sottostare agli stessi regolamenti statali delle altre scuole. Insomma, sono come le nostre scuole paritarie, con la differenza che la quota d’iscrizione è pagata dagli stati, non dalle famiglie.

Chi sono i loro enemies? I nemici delle charter schools sono in primo luogo le scuole statali, che ne subiscono la concorrenza. Molto spesso i distretti scolastici si rifiutano di vendere i loro immobili dismessi alle charter schools in espansione. Inoltre, in accordo con le teacher unions, svolgono attività di lobbying per convincere la classe politica a opporsi all’espansione delle charter schools e subissarle di norme e regolamenti.

Bene. Ma perché le charter schools sono importanti? Sono importanti perché, molto spesso, sono l’unica occasione per chi appartiene a minoranze etniche di farsi un futuro. Nelle scuole statali i giovani afroamericani e ispanici ottengono risultati scarsi e spesso abbandonano gli studi (con tutte le conseguenze negative che questo comporta). Invece, gli stessi giovani che frequentano le charter schools ottengono risultati in linea con i whites che escono dalle scuole superiori dei quartieri più prestigiosi e ricchi.

Insomma, come sostiene Sowell, le charter schools nel giro di vent’anni hanno colmato il gap educativo delle minoranze etniche americane, strappando migliaia di giovani da una spirale di ignoranza, violenza e criminalità.

Perché opporsi alle charter schools allora? Soldi. Ogni distretto scolastico riceve soldi dal governo in base al numero di alunni iscritti alle scuole statali. Ogni alunno che lascia una scuola statale per una charter school significa meno soldi al distretto e di conseguenza meno soldi anche ai sindacati degli insegnanti. E questo dà fastidio. Non importa se l’educazione che questi alunni potrebbero ricevere sia migliore o meno. Nelle parole di uno dei leader del sindacato degli insegnanti: “Inizierò a tutelare gli interessi degli alunni quando loro inizieranno a pagare la quota d’iscrizione al sindacato”.

Insomma, da un lato c’è un sistema educativo statale fallimentare, iper-burocratizzato e incapace di educare davvero. Dall’altro invece delle scuole pubbliche, ma autonome, i cui studenti ottengono ottimi risultati sia scolastici che civici. Sarebbe un peccato (per usare un eufemismo) che gli interessi economici e politici di pochi rovinassero il futuro delle nuove generazioni.

L’auspicio è che l’esperimento delle charter schools (che dopo decenni può dirsi sostanzialmente riuscito) possa andare oltre le miopie politiche e gli egoismi economici, e si espanda (perché no?) anche in questo versante dell’Atlantico. Spesso si sottolinea qui da noi l’importanza di un’istruzione pubblica e gratuita. Chissà quando si inizierà a capire anche l’importanza di una scuola libera…

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