“Bucoliche” – Virgilio

Le Bucoliche sono un’opera del poeta latino Virgilio (70 – 29 a.C.), ricordato come il più importante poeta della storia di Roma e vissuto tra la morte di Cesare e la nascita del principato. L’opera è costituita da una raccolta di dieci ecloghe scritte in esametri. L’ecloga è una poesia, scritta sotto forma di dialogo, che celebra la vita di campagna, spesso con un significato allegorico.

La contestualizzazione storica delle Bucoliche è sicuramente drammatica, infatti rispecchia la situazione di Roma nel I secolo a.C.: una città scossa dalle guerre civili. Virgilio vive in pieno questi anni, dalla congiura di Catilina, a cui aveva assistito in tenera età, fino all’avvento di Augusto.

Virgilio, all’interno della suo opera, ricrea un luogo immaginario, ma con molti richiami alla campagna mantovana, sua terra d’origine, e agli avvenimenti storici che stavano colpendo la Roma del I secolo.

Il genere della poesia bucolica fu inaugurato in età ellenistica dal poeta greco Teocrito (III secolo a.C.) autore di una raccolta di carmi, gli Idilli, tra i quali figuravano numerosi componimenti ambientati nelle campagne d’Arcadia. Proprio da quest’ultimo prese spunto lo stesso Virgilio.

Nelle Bucoliche Virgilio predilige un linguaggio semplice, ma elegante allo stesso tempo. La costruzione sintattica procede con periodi brevi: complessivamente ottiene un effetto di coerenza e di unità stilistica.

Per quanto riguarda i contenuti, le Bucoliche hanno una precisa area di interesse e viaggiano a coppie:

– I, IX: hanno tema autobiografico e, tramite dei personaggi, Virgilio denuncia l’espropriazione dei terreni da lui stesso subita;

– II, VIII: l’autore racconta, sempre con l’utilizzo di ambientazioni e personaggi esterni, di lamenti amorosi;

– III, VII: Virgilio racconta di dialoghi e gare poetiche tra diversi pastori;

– V: si tratta dell’ecloga centrale dell’opera di Virgilio e racconta il mito di Dafni, probabilmente forma divinizzata di Cesare e della sua apoteosi in cielo.

Qual è il messaggio che quest’opera rivolge a noi, dopo due millenni? Virgilio ci dice che la poesia e la natura sono l’unico mezzo per evadere dalla realtà: solo grazie ad esse è possibile superare la tragicità della vita.

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