“Upsy Daisy” – Don Ambrogio Mazzai

Penso che la parte più interessante di questo libro, per quel che mi riguarda, sia la parte iniziale. La parte relativa a come avere successo online. Il nostro don Ambrogio parla di tre regole: avere qualcosa da dire, non avere paura di dirlo e saperlo dire bene. Le prime due regole sono illuminanti nella loro semplicità e si rivolgono a tutta l’attuale pastorale della Chiesa Cattolica.

Avere qualcosa da dire e non avere paura di dirlo. In poche parole, non vergognarsi, ma innamorarsi della ricchezza e della bellezza di ciò che si ha da dire. Don Ambrogio nel suo breve romanzo risponde a diverse domande, tutte domande vere che sono state ricevute da lui nella sua carriera online. Queste risposte sono autentiche, non fanno sconti, non cercano di annacquare la situazione. Dicono le cose come stanno, con misericordia, ma anche fermezza. L’inferno? Esiste. Il peccato? Reale e dannoso. La sessualità? Qualcosa da controllare e vivere con dignità.

Un libro rivolto ad adolescenti che parla di inferno, peccato, serietà, dignità, purezza? La ricetta perfetta per un fallimento vero? Un sacerdote adesso dovrebbe parlare di inclusione, amore e zuccherosità varie, pena lo svuotamento delle chiese e l’allontanamento dei giovani. Un sacerdote adesso — e la Chiesa in generale — dovrebbe impegnarsi duramente nello stiracchiare il più possibile la dottrina e la tradizione cattolica per rendere ammissibili tutti i comportamenti e le inclinazioni di moda al momento.

Eppure un giovane sacerdote mingherlino e dal pesante accento veronese, che non fa sconti a nessuno e condivide con tono umile ma battagliero la verità intera della fede cristiana su Instagram e TikTok, ha centinaia di migliaia di follower tra i giovanissimi.

Forse, invece di discutere su come innovare la liturgia, su quali nuovi strumenti musicali inserire e su come riformulare il tutto per renderlo il più innocuo e “adatto ai giovani”, bisognerebbe iniziare a vivere da cristiani e non vergognarsi.

P.S. il fatto che vada più svelto di me in bici aiuta a rendermelo simpatico.

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