“Scusi per la pianta” – Giovanni Grandi

Un anno fa eravamo convinti che le lunghe settimane di lock down e l’esperienza della pandemia ci avrebbero resi persone più solidali, addirittura che saremmo diventati un’umanità più sensibile ed attenta, moralmente rinnovata. Alla lunga (ma neppure tanto), ci siamo ritrovati uguali a prima, se non più cinici ed indifferenti a tutto e a tutti.

Cos’è successo? Possiamo ancora cercare di uscire migliori dalle difficoltà dell’oggi?

Un filosofo, docente presso l’Università di Trieste, ha cercato delle risposte e lo ha fatto partendo da un incidente insignificante: un ragazzino di undici anni, giocando nel cortile di un condominio, ha colpito un vaso con una pallonata ed ha rovinato una pianta.

Alzi la mano chi non è incorso nello stesso incidente. E adesso, alzi la mano chi, in un’occasione del genere, non ha agguantato la palla dandosela precipitosamente a gambe!

Invece, quel ragazzino ha preso un foglietto stropicciato ed ha scritto…Buongiorno, mi scusi per la pianta l’ho colpita accidentalmente con un pallone da calcio. Ecco 5 € per il danno.

Da questo episodio prende spunto il profondo ed agile saggio di Giovanni Grandi Scusi per la pianta. Nove lezioni di etica pubblica.

Da quel bigliettino, nascono per Grandi riflessioni e domande sul rapporto tra pubblico e privato. Perché possiamo far riferimento a una certa rosa di valori quando ci occupiamo delle cose di famiglia e degli affetti più prossimi e metterla tra parentesi o perfino contraddirla quando interagiamo con degli sconosciuti, con i concittadini, con “il pubblico”? Come possiamo accendere e spegnere a piacimento il nostro senso morale, visto che non può essere ammessa l’esistenza di una “doppia etica”? Grandi, passando attraverso Sant’Agostino, porta i lettori a riflettere sulla necessità di una maturità spirituale, che va sempre allenata, per giocare la sfida tra il desiderio di fare “quel che è giusto” e l’attrazione del potere e del denaro.

Una lezione di Grandi viene dedicata al tema della Responsabilità. Essere responsabili significa uscire dalla logica della reciprocità, cioè del restituire bene per bene e male per male. Un’autentica virtù morale – secondo Grandi – è stabile, non cambia in funzione di quel che si sta ricevendo.

Profonda, eppure limpidissima, la lezione sul Sentire morale. Sentire il male che è entrato o che entrerà nella vita dell’altro è la chiave che letteralmente accende la responsabilità. L’etica è una questione di decisioni, di gesti, ma certamente anche di sensibilità. E’ il concetto stesso di Empatia, che Giovanni Grandi descrive e definisce con parole semplici, di una chiarezza impressionante.

In questo percorso di maturazione morale, così necessario all’uomo d’oggi e di domani, ha un ruolo determinante l’educazione, un’educazione “diffusa”, cioè non solo (anzi non tanto) quella dei genitori, ma soprattutto quella degli adulti in genere. Perché l’adulto che sa affrontare e risolvere questioni moralmente difficili, dimostra di aver maturato una sapienza operativa che conquista.

In conclusione, questo intenso saggio, di facile e scorrevole lettura, è uno straordinario oggetto di riflessione, per imparare soprattutto ad ascoltare se stessi, perché i richiami al “meglio”, come può insegnarci un ragazzino di undici anni, prima che dagli altri, li possiamo percepire già dentro di noi.

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