“Le leggende del ciclismo” – B. Conti

Uno dei motivi per cui amo il ciclismo è che vive di storia e trasuda tradizione.

Provate a pensarci. Quanti appassionati di calcio saprebbero raccontare nel dettaglio il campionato di Serie A di 10 anni fa? Alcuni forse non ricorderebbero nemmeno chi ha vinto. Invece, tra gli appassionati di ciclismo è cosa comune avere una memoria di ferro e non dimenticarsi nemmeno una goccia di sudore dei propri campioni preferiti.

Ecco perché l’appellativo del titolo — “leggende” — è quantomai appropriato per il ciclismo. Le imprese dei campioni di questo sport vengono raccontate ancora e ancora e, così facendo, si trasformano proprio in leggende. E delle leggende hanno tutte le caratteristiche: contorni sfumati e misteriosi, con versioni contrastanti di uno stesso fatto, vittorie sovrumane e sconfitte incredibili, cantori d’eccezione. Insomma, non è un caso se dopo la Cuneo-Pinerolo Dino Buzzati avesse paragonato Coppi e Bartali a Achille ed Ettore.

Un applauso a chi sa i nomi di tutti questi campioni!

Un’altra caratteristica delle leggende è che non ci si stufa mai di ascoltarle. Delle storie che Beppe Conti narra nel suo libro, quasi tutte mi erano già note. Eppure le ascolto sempre volentieri, sia per la piacevolezza delle storie in sé (vi stanchereste mai di sentir narrare le imprese di Pantani?), sia perché ogni volta si scoprono dei dettagli nuovi, delle indiscrezioni, dei particolari che si ignoravano.

E qui bisogna spendere qualche parola sull’autore. Se c’è una persona che ha autorevolezza in ambito ciclistico, questa è Beppe Conti. Una vita passata a masticare ciclismo, una conoscenza enciclopedica della sua storia (gira voce che sappia a memoria i podi di tutte le Milano-Sanremo…) e contatti che contano a tutti i livelli di questo sport (se volete sapere le ultime indiscrezioni su percorsi, tappe, ciclomercato e simili, lui è la persona giusta). Ogni sport ha i cantori che si merita, il ciclismo è stato fortunato ad avere Beppe Conti.

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