“La sostanza del male” – Luca D’Andrea

Avevo voglia di qualcosa di forte, un noir di grande tensione, con evidenti, ma non prevalenti, venature horror. La sostanza del male di Luca D’Andrea ha risposto pienamente alle mie aspettative.

Ad attirarmi, anche la location della vicenda: l’impressionante canyon del Bletterbach, un meraviglioso anfiteatro geologico tra le dolomiti dell’Alto Adige.

E’ qui che il 28 aprile 1985 si compie un selvaggio massacro, un triplice crudele omicidio di cui non è mai stato trovato il colpevole, complice anche l’apparentemente tranquilla comunità di Siebenhoch, che sembra custodire da decenni un inconfessabile segreto.

Qui tornano, trent’anni dopo il fatto, per un periodo di riposo, lo sceneggiatore newyorkese Jeremiah Salinger, con la moglie Annelise, originaria proprio di Siebenboch, e la piccola figlia Clara.

Dopo uno spaventoso incidente di montagna, che lascia segni profondi sulla sua psiche, Salinger viene a conoscenza del “massacro del Bletterbach”: tre giovani, Evi, Kurt e Markus, furono trovati uccisi e letteralmente fatti a pezzi da una furia animalesca, proprio nella gola del Bletterbach. Sembra quasi che, in quel luogo, cimitero di fossili, in quella notte dell’85 si fosse risvegliato qualcosa di misterioso e terrificante, che si credeva scomparso, ma che in realtà attendeva, nei più reconditi abissi sotterranei della montagna, il momento per uccidere e straziare.

Anche se sono passati più di trent’anni dal sanguinoso evento, per Salinger è l’inizio di una sorta di ossessione, una spasmodica ricerca della verità, contro tutto e contro tutti, nella quale egli mette a rischio più volte la sua stessa vita e quella dei suoi cari.

L’epilogo è sconvolgente e, ovviamente, inenarrabile.

Tenuto conto che questo è il romanzo d’esordio di Luca D’Andrea, giovane scrittore bolzanino, si può dire che La sostanza del male rappresenta un’ottima prova narrativa. D’Andrea dimostra padronanza del ritmo e del racconto, tiene alta la tensione per 450 pagine senza sbavature, sa toccare sapientemente le corde delle più ancestrali paure dell’uomo, ne conosce a fondo le dinamiche della mente e del cuore, mescola e rimescola le carte senza mai produrre confusione nel lettore, anzi illudendolo sempre di essere ad un passo da una verità che però sempre si rivela  sfuggente, quasi inafferrabile.

Credo proprio che, dopo La sostanza del male (che potete acquistare cliccando qui o più sotto), metterò alla prova Luca D’Andrea sui romanzi successivi: Lissy, Il respiro del sangue e L’animale più pericoloso.

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