“Fermare l’odio” – L. Canfora

L’ultimo libro di Luciano Canfora, “Fermare l’odio”, mi ha sinceramente un po’ deluso. Problema mio, probabilmente, perché, rispetto al titolo, mi attendevo un percorso diverso, cioè una riflessione che, partendo dalle radici dell’odio razziale, arrivasse ad un pensiero operativo: fermare l’odio, appunto. Invece il libro, ineccepibile sotto l’aspetto storico (anche se qualcuno avrà qualcosa da ridire sulla disamina dell’ideologia fascista in chiave razzista e soprattutto sui ri-fascismi attuali) è un’articolata analisi degli anni del Ventennio, delle connivenze internazionali e della loro politica ponzio pilatesca del laissez faire che ne permisero la radicalizzazione e del problema sempre attuale, in ogni tempo e in ogni luogo, dei migranti, della loro accoglienza ed integrazione.

Un guizzo nel finale al libro va riconosciuto. “Come uscirne” intitola Canfora l’ultimo capitolo. La proposta è politica: “Forse è giunto il momento di capovolgere la prospettiva. E’ tempo di considerare l’ondata migratoria come avamposto di un mondo in accordo col quale la (ancora) ricca Europa potrebbe dar vita ad una struttura federale euro-africana gravitante sul Mediterraneo, effettivamente paritaria e, in prospettiva, sempre più integrata”. Canfora riconosce che il progetto appare utopistico, ma “non è sensato liquidare una strada seppure difficile e ricca di incognite, che però non ha alternative, se non la comune rovina delle parti in lotta”.

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