“Come mettere il mondo a testa in giù” – I. Sciapeconi

Ci sono libri che toccano molto da vicino. “Come mettere il mondo a testa in giù” è uno di quelli. Vicino per l’ambientazione: la scuola. Vicino per il protagonista: un giovane insegnante. Vicino per le dinamiche interne: problemi con alcuni genitori.

Chi è questo insegnante? Il signor Zanni, un insegnante maschio, giovane, che punta ad educare oltre che insegnare. Un insegnante con dei metodi che lo portano subito a distinguersi: non si fa ingannare dalle “facce d’angelo” della classe; ci tiene che le regole siano rispettate, ma con senso critico; non tollera prepotenze nemmeno da parte dei genitori. Parcheggi nel posto riservato ai disabili perché sei un giornalista di successo? Il signor Zanni, con fermezza, fa notare l’errore e il cattivo esempio dato ai ragazzi. Ma non farsi alleati tra i genitori crea sempre problemi e a poco a poco la situazione di Zanni si fa sempre più precaria…

Un libro dal realismo unico, molto spesso irresistibile. Non solo per quanto riguarda il mondo della scuola (è chiaro: sei un insegnante, logico che lezioni, dinamiche tra ragazzi e cose simili le conosci); ma anche per quanto concerne il misterioso mondo dei genitori. Oserei dire che, più che un libro per ragazzi, questo è un libro per genitori. Non insegna (solo) come dovrebbe essere il rapporto tra ragazzi e scuola, ma soprattutto il ruolo dei genitori nella scuola.

E qui ce ne sarebbero da dire! Mi limito a un unico carattere tra quelli che Sciapeconi mette in scena: la mamma-capopopolo. Chi è? Quella che il figlio è sempre vittima di ingiustizie cosmiche, non viene compreso e in più gli insegnanti lo prendono di mira (“Ma guardatelo in faccia!! Come potete dirmi che non è un angelo incarnato???”). Ma soprattutto quella che ogni problema personale diventa un problema di classe. Astuta ed abile manipolatrice dell’immancabile gruppo whatsapp dei genitori, riesce a trascinare sempre i genitori dalla propria parte in ogni crociata personale. Il modo in cui l’autore mette in scena le conversazioni via chat dei genitori sono qualcosa di drammaticamente esilarante.

Una lettura altamente consigliata, sia a tutti gli insegnanti (ma qui predico al coro), che a quei genitori che volessero evitare di essere coinvolti in battaglie sbagliate, finendo magari per allontanare un insegnante speciale. Perché gli insegnanti bravi non sono dei robot. A volte finiscono le energie. E allora se ne vanno…

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