“Amiche devote” – Molly Keane

Capita raramente che un romanzo non mi conquisti: è il caso di Amiche devote della scrittrice irlandese Molly Keane, pubblicato nel 1934.

Irlanda, anni Trenta. Jessica e Jane sono le amiche devote. Jessica ama l’amica con la violenta cattiveria della possessività assoluta; Jane è ricca, superficiale e beve troppo. L’amico comune, Sylvester, le osserva e, per quanto si dispiaccia che Jane debba essere “amata e maltrattata e magari assassinata da quella orrenda Jessica“, decide che non sono affari suoi. Quando il gentiluomo irlandese George Playfair incontra Jane e la convince ad andare a trovarlo in Irlanda, accompagnata da una Jessica riluttante, inizia la lotta per conquistare la sua devozione. Sotto l’occhio cinico e distaccato del sofisticato Sylvester, che per diversi aspetti ricorda il Michele de Gli indifferenti di Moravia, si assiste ad una girandola di relazioni vuote e di lotte di potere, dove quasi niente finisce bene.

Molly Keane è abile – anzi spietata – nel creare i personaggi e scavare sotto la superficie dei loro comportamenti, per catturare il vischioso snobismo e il raffinato razzismo delle grandi casate irlandesi degli anni Venti e Trenta del secolo scorso.

Dunque, anche il periodo storico accomuna Amiche devote al romanzo di Moravia, tuttavia la prosa della Keane non ha nulla a che vedere con quella del nostro autore: la sintassi è complessa, ampollosa; il lessico è ricercato, in sostanza anche il suo stile aderisce all’ambiente che descrive, finendo però per essere molto pesante. Alla fine, la lettura è lenta, il filo della narrazione lungo e contorto.

Molly Keane è un’ottima scrittrice, senza dubbio; Amiche devote è un romanzo di valore… ma non mi ha per nulla preso… colpa mia: chiedo scusa!

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