“La democrazia dei signori” – Luciano Canfora

Anche questa volta, Luciano Canfora “la tocca piano”, cioè non le manda certo a dire e non ricorre a lunghe perifrasi per esprimere il suo pensiero. Mi piace questo modo diretto di dire le cose; anche se le sue idee non sempre sono condivisibili, esse, però, ogni volta rifuggono dallo stucchevole ed ipocrita politicamente corretto.

Tutto parte da una domanda, che ogni cittadino italiano dovrebbe porsi, di fronte all’attuale situazione politica: come è potuto accadere che il potere legislativo passasse di fatto nelle mani dell’esecutivo, riducendo le funzioni delle assemblee elettive a meri compiti di ratifica? E non si risponda frettolosamente adducendo la scusa dello stato di emergenza dovuto alla pandemia, perché questa prassi di legiferare attraverso i decreti governativi ha origini ben più lontane nel tempo.

Colpa di un’anomalia italiana (titolo di un intero capitolo) risponde Canfora: da oltre trent’anni l’Italia vede attuarsi periodicamente soluzioni “irregolari” delle crisi politiche. Ciampi, Monti, Draghi. Da tempo i presidenti della Repubblica si regolano come se fosse in vigore da noi la Costituzione della Quinta Repubblica francese, o forse pensano che sia ritornato lo Statuto Albertino: convocano “qualcuno” che metta le cose a posto. Per Canfora, questa anomalia è uno dei fattori del crescente discredito del Parlamento e dei partiti politici.

A che punto siamo? Oggi – secondo Canfora – “le forze che contano” commissariano in prima persona lo Stato ed addomesticano il Parlamento arruolando (quasi) tutti i partiti. Ci ricorda qualcosa? Ma i partiti che accettano un tale gioco ne escono malconci, anche se, nella fase iniziale dell’assembramento, ostentano euforia. Salvo, poi, dolersi dell’assenteismo delle masse.

Soluzioni? Canfora è uno storico, un classicista, non un politologo, analizza il problema, individua le criticità, studia la situazione  e la pone in una dimensione storica. Per Canfora la “democrazia dei signori” è una democrazia dove il “demos” è stato messo da parte. E una forma di assetto politico non resta “democratica” anche quando il “demo” se n’è andato.

Il pensiero di Luciano Canfora – come ho detto – si può condividere o meno, ma la sua analisi deve comunque porre delle domande. Se qualcuno fosse interessato al libro può acquistarlo cliccando qui o al link sotto.

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