“Il cambiamento che meritiamo” – R. Jebreal

Se qualcuno potrà salvare il mondo, questo qualcuno saranno le donne. Non è uno slogan pubblicitario o di propaganda politica, ma una realtà svelata dalla lettura dell’ultimo libro di Rula Jebreal, Il cambiamento che meritiamo. Infatti, complice una diffusione mediatica che è ancora eccessivamente europacentrica e maschile, la bontà del “femminile al potere” ci sfugge nella maggior parte dei casi. Perché? Si rileggano le righe sopra: perché la narrazione dei media è una narrazione che riguarda essenzialmente l’Europa centrale, cioè Francia, Germania e Regno Unito, più raramente Italia e Spagna, e perché la narrazione dei media è declinata quasi sempre al maschile. Per cui tutte le piccole conquiste che le donne ottengono e tutti i grandi problemi che affrontano sono citati sbrigativamente, quando non in malo modo.

Eppure, a spingere lo sguardo un po’ più in là, non mancherebbero storie ed esperienze in grado di offrire un modello positivo, che possa provocare un autentico cambiamento. Cosa di cui c’è assolutamente bisogno, visti anche i recentissimi avvenimenti nell’Est Europa. Il cambiamento che meritiamo cita diversi punti di riferimento possibili nel suo libro. Non si tratta unicamente di donne che hanno spinto per un cambiamento e lo hanno ottenuto (da Greta Thunberg a Ruth Bader Ginsburg, da Vigdís Finnbogadóttir a Jacinda Ardern), ma anche di uomini che hanno saputo vedere, capire e aiutare. Barack Obama, Justin Trudeau, Joe Biden: uomini non perfetti, ma in grado di ispirare un’aria nuova, un’aria di novità al femminile.

Molto spesso si biasima il femminismo – che non è esercizio esclusivamente femminile, ma deve essere anche maschile – additandolo come l’altra faccia del maschilismo, un regime (giuro, c’è chi usa questa parola) in cui le donne prenderebbero il potere e costringerebbero tutti gli uomini, ovviamente dopo averli castrati, a una vita di lavori forzati e di schiavitù. Non c’è niente di più sbagliato. Basterebbe ascoltare ciò che le donne chiedono – e che Rula Jebreal tratteggia a sprazzi nel suo libro – per rendersi conto che il femminismo è distantissimo dal maschilismo. Le donne non intendono rubare nulla agli uomini, non cercano di creare un matriarcato simil-dittatoriale al governo. Vogliono avere gli stessi diritti, le stesse opportunità, le stesse prerogative, le stesse occasioni. Né più né meno. Perché è evidente che gli uomini abbiano fallito e falliscano, come potranno fallire anche le donne. Ma è giusto dare loro la possibilità di farlo. E chissà che non ci si renda conto che un potere al femminile giovi in primis proprio agli uomini.

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