Sembrano passati secoli, eppure quello che ci racconta Raniero La Valle in Quel nostro Novecento è la storia di qualche decennio fa, delle tre rivoluzioni che potevano cambiare il volto del nostro Paese: la Costituzione, il Concilio Vaticano II ed il Sessantotto. Le tre “rivoluzioni interrotte”, come le definisce La Valle.

Quel nostro Novecento è un breve saggio, in realtà un discorso tenuto nel 2011, arricchito da un ampio apparato di glosse, cioè di commenti, ricordi personali, note, interventi esterni, ad aggiungere pennellate di colore al racconto e alle riflessioni dell’autore. Il libro non è una storia d’Italia del secondo Novecento, niente di organico e strutturato, ma quasi una chiacchierata con un testimone della vita politica, del giornalismo, della cultura di quel periodo.

Per La Valle, Costituzione-Concilio-Sessantotto sono, insieme a molti altri doni, l’eredità del secolo scorso, ma per essere tali e per sopravvivere essi hanno bisogno di essere amati. Oggi si può anche difendere la Costituzione, ma senza un amore che abbia l’assillo per il bene comune di tutti i cittadini essa è destinata a sfiorire e a cadere a pezzi; oggi un papa potrà pure rendere formale omaggio al Concilio, ma se non lo assume con amore, anzi con passione, non potrà dare nuova vita alla Chiesa; oggi il ’68 è dimenticato e da molti perfino esecrato, ma se le nuove generazioni si incistano nei loro amori privati, e non riscoprono la dimensione comunitaria, politica e pubblica dell’amore, inaridiranno nei loro egoismi.

Quel nostro Novecento è un libro che guarda al futuro con disincanto. Oggi siamo preoccupati per i giovani e per i figli dei loro figli che vivranno in questo secolo. Quello che possiamo fare è di trasmettere loro gli attrezzi e le speranze che noi abbiamo avuto nel Novecento, sapendo però che saranno loro a decidere cosa farne….Non si tratta perciò di lasciare ai nostri figli degli altarini alla Costituzione, al Concilio e alla contestazione, ma di dire il senso che queste cose hanno avuto per noi.

E questo è proprio il valore di Quel nostro Novecento.