“Lucilla” – A. Schaap

Se fosse ancora quello di una volta, si potrebbe quasi sperare che questo romanzo venisse trasposto al cinema da un regista come Tim Burton. Ma anche un Guillermo del Toro potrebbe dire la sua con un tema del genere. Di cosa parliamo? Parliamo di una ragazza orfana di mamma e con un padre alcolizzato e storpio, al posto del quale bada al faro della città. Parliamo di un incidente navale, che causa l’allontanamento della bambina, la quale finisce a lavorare in una casa misteriosa. Si dice ci abiti un mostro, e in effetti strani rumori vengono da una stanza in cui nessuno ha il coraggio di entrare.

Tra colpi di scena, misteri irrisolti, drammi familiari, magia e incanto, questo romanzo scorre con la delicata meraviglia di un bambino e la possanza travolgente di una tempesta marina. Il turbinio di emozioni a volte lascia smarriti, ma più spesso stupiti e piacevolmente coinvolti.

Certo, si potrebbero fare delle obiezioni anche fondate. Il romanzo a volte ondeggia tra un cupo realismo dickensiano e un tono più leggero e fiabesco e l’equilibrio non è sempre facile. A mio avviso, questo non lede alla qualità del romanzo: nel mondo indefinito dell’autrice riescono a convivere benissimo entrambe le anime. Alcuni personaggi secondari non sono ben definiti e sono a tratti stereotipati, ma questo si collega alla dimensione fiabesca e, ancora una volta, non danneggia poi più di tanto il valore del romanzo.

Non un romanzo per lettori giovanissimi, ma per ragazzi che già hanno dimestichezza con la lettura e possono masticare anche i passaggi più cupi e riflessivi di quella che resta senza dubbio un’ottima opera prima per questa autrice olandese.

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