“La metamorfosi” – Luciano Canfora

Di fronte alla novità politica rappresentata dal pressoché “ecumenico” governo Draghi non si può non rimanere confusi e preoccupati. Questo dichiarato governo di “responsabilità” nazionale fa indubbiamente sorgere nel cittadino, anche solo un po’ attento all’evoluzione politica nazionale, più di qualche perplessità e non poche domande.

Dove sta andando il nostro Paese? Qual è il senso delle scelte operate dai nostri politici? Noi cittadini abbiamo ancora un peso politico, soprattutto alla luce del fatto che i governi degli ultimi anni sono stati retti da premier non eletti dai cittadini? Ma allora chi ha veramente peso politico in Italia? Dove sono i partiti, le idee, i progetti politici? Perché confluiscono tutti in una palude indistinta di slogan triti e ritriti, da cui emergono solo i leader carismatici?

Per cercare alcuni spunti di riflessione, intanto, mi sono affidato al breve saggio di Luciano Canfora La metamorfosi, edito da poche settimane da Laterza.

In realtà, Canfora traccia la storia della sinistra italiana, dalla nascita del Partito Comunista fino a quel che resta dell’attuale Partito Democratico. Tuttavia, l’autore fa molto di più, perché l’evoluzione di quello che è stato il più rappresentativo partito della sinistra italiana è l’evoluzione (forse il termine più giusto sarebbe “decadenza”) delle formazioni politiche dell’ultimo quarto di secolo: quegli agglomerati ondivaghi, che rifuggono spesso dal nome stesso di partito…Essi vivono per lo più come alone intorno ad un leader, non hanno veri e propri programmi di un qualche respiro, per lo più fiutano l’aria, cioè le pulsioni dell’opinione pubblica. Opinione a sua volta conquistata totalmente da miti primordiali-consumistici. Hanno rinunciato a qualunque funzione educativa, vanno “al rimorchio”: e perciò non di rado deperiscono con la rapidità del “fuoco di paglia”, specie quando il leader si svuota.

Canfora è implacabile. Parlando dell’attuale semi-sinistra si chiede: perché la destra non decampa dai suoi caposaldi e li rivendica e, appena può, li mette in pratica, mentre la “sinistra” (esitante ormai persino a definirsi tale) non solo ha archiviato tutto il suo “bagaglio” ma è ridotta ad attestarsi – quale nuova “linea del Piave” – sul binomio liberismo-europeismo? La risposta di Canfora è presa dal sociologo Luciano Gallino: perché le classi possidenti hanno vinto la battaglia (e forse la guerra) nella “lotta tra le classi”.

Il “racconto” di Canfora ripercorre veramente la “fiera delle occasioni mancate”: per la sinistra italiana, ma soprattutto per l’Italia stessa.

E ora? Si chiede il saggista. Ora, lo spazio politico è diventato sempre più un business economico, e la prateria spalancata davanti agli appetiti personalistici degli arrivisti senza princìpi vastissima. Lo spazio politico è sempre più lo spazio di chi “ha i soldi”. Si marcia a rotta di collo verso scenari la cui contropartita sociale è ignota e a dir poco inquietante. La conclusione è tutt’altro che confortante: niente e nessuno potrà ormai opporsi alla vittoria planetaria del capitale finanziario. Troppo pessimismo? Uno spunto di riflessione personale.

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