Dopo aver ottenuto il Premio Campiello e tanti altri riconoscimenti con il romanzo Le assaggiatrici, e dopo aver pubblicato il libro per bambini, Tutti giù per aria, Rosella Postorino torna in libreria con Io, mio padre e le formiche. Lettera ai ragazzi sui desideri e sul domani.

Il libro prende le mosse da un discorso d’occasione, quello che Rosella Postorino rivolse ai neolaureati dell’Università di Siena il 15 giugno 2019, in occasione della loro proclamazione a dottori. Nella prima parte della Lettera, la Postorino riporta ampi stralci di quel testo.

Poi il mondo è improvvisamente cambiato: la pandemia, la guerra. C’è stato un “prima” e c’è un “dopo”. Che dire dunque ai ragazzi di oggi? La seconda parte del libro guarda al futuro forse con più disincanto, ma non con meno entusiasmo: sicuramente con maggior consapevolezza delle fragilità e delle potenzialità di ciascuno.

Io, mio padre e le formiche è un testo intimo, personale, ma anche universale; è una lettera ai ragazzi, che senza dubbio serve anche agli adulti; una lettera sincera, un incoraggiamento, una carezza per l’anima.

L’autrice invita i giovani a rifuggire dalla semplificazione, a provare ad indossare i panni degli altri, a sentirsi sempre in difetto di conoscenza, ma soprattutto a non aver paura di inseguire i propri talenti. Parla di fragilità e di forza, della ricerca maldestra della felicità, e anche dell’amore. Delle domande cui, forse, non c’è risposta. Ma che non dovremmo mai smettere di porci. 

Io, mio padre e le formiche si legge letteralmente tutto d’un fiato. Rosella Postorino, che oltre ad essere autrice lavora come editor presso Einaudi, scrive con un stile intimo e familiare, proprio come si conviene ad una lettera, mescolando, in una sorta di flusso di coscienza, ricordi personali e riflessioni di ampio respiro.

Io, mio padre e le formiche è un libro che fa bene, perché abbiamo tutti bisogno di parole che accarezzino le nostre timide speranze.