“Il club degli ultimi romantici” – L. Powrie

Il titolo di questo libro è accattivante e suggestivo, pieno di fascino e attrazione; tanto da ricordare, per il tono evocativo, “la setta dei poeti estinti” del film L’attimo fuggente.

In questo titolo, così efficace, sta un po’ l’essenza dell’intero romanzo. Questo è un libro sulla lettura, sul piacere di leggere e su quanto sia figo farlo. Leggere non deve per forza essere noioso e scolastico, una costrizione, un pegno da pagare per essere lasciati in pace (“dai, leggi mezz’ora e poi puoi andare a giocare”). Leggere è invece emozione, avventura, riscatto e molto altro.

Lo scopre la protagonista del romanzo, Tabby, un’adolescente inglese, vittima di bullismo ed emarginata; Tabby, proprio attraverso la lettura, trova una via d’uscita da molti dei suoi problemi. Infatti, la partecipazione a un club di lettura e la possibilità di stringere nuove amicizie le danno la scossa necessaria per affrontare i traumi del suo passato (che tanto passato poi in fondo non è). Ma, in generale, ognuno dei protagonisti dell’opera trova, proprio a partire dalla condivisione di questa passione, una personale vittoria contro i propri demoni. E a fare da “esorcista” c’è la letteratura, con Jane Austen, Shakespeare e Sylvia Plath, che diventano quasi dei personaggi aggiunti al romanzo.

Certo, i temi che l’autrice presenta non sono sempre semplici, e alcuni di loro vanno valutati con attenzione. Tra i protagonisti del romanzo, infatti, ce ne sono alcuni già quasi adulti e non mancano alcuni accenni alla sessualità che, pur restando sullo sfondo della trama, non sono velati, ma espliciti e inequivocabili. Questo fatto, unito al realismo di alcune descrizioni di disturbi mentali, può suggerire una lettura a un pubblico un po’ più cresciuto rispetto al nostro solito target.

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