“Happy Planet” – L. Fiorani

Luca Fiorani sembra davvero una persona deliziosa. Ma davvero. Dotto, esperto, tranquillo, pacato, ottimista. Il suo saggio, Happy Planet, è leggero e impeccabile al tempo stesso. Il suo modo di esporre la realtà scientifica è appassionato e rigoroso (binomio raro) e trasuda quel sentimento fantastico che hanno talvolta gli scienziati quando riescono a percepire la bellezza di ciò che studiano. Insomma, chi decidesse di leggere questo saggio per approfondire il tema del clima e dei mutamenti che lo attraversano, ne trarrebbe indubbio giovamento.

C’è però un unico grosso problema. La soluzione: vaga e idealista come spesso accade. Per lottare contro i cambiamenti climatici bisogna “cambiare stile di vita”, “abbattere gli sprechi”, “modificare sistema economico”. Ci può stare, tendo a credere che affrontare il problema richieda dei sacrifici, ma quali e quanti e a quale prezzo? Il dibattito sui cambiamenti climatici necessita un pari rigore nell’analisi scientifica e in quella economica.

L’economia non può essere vista come un nemico, un mostro nero, responsabile di tutti i mali del mondo (immagine che sembra averne Fiorani), altrimenti si cade nel qualunquismo. L’accelerazione del ciclo del carbonio avvenuta a partire dalla metà dell’Ottocento è ciò che ha permesso all’umanità di migliorare le proprie condizioni di vita, debellando, in ampie aree del mondo, malattie, fame e povertà.

Il problema, tragico e IRRISOLTO, dei cambiamenti climatici sta tutto qui. Non è ancora stata trovata una soluzione che permetta di conservare il tenore di vita attuale senza l’uso di combustibili fossili. Il problema non sta tanto nelle lobby del petrolio, né nella scarsa volontà politica (per quanto entrambe incidano), quanto piuttosto nell’impossibilità di garantire ai cittadini la quantità di energia di cui hanno bisogno senza ricorrere a fonti di energia non rinnovabili.

Tutto quello che consiglia Fiorani è encomiabile: ridurre gli sprechi, usare meno l’automobile o l’aereo, stare attenti a come si mangia. Ma sono soluzioni tampone. Se una famiglia volesse davvero ridurre a ZERO le proprie emissioni, penso che i consigli da dare dovrebbero essere più del tipo: non farsi mai la doccia con acqua calda, dimenticarsi del riscaldamento e dell’aria condizionata, non fare più di 10 km al mese in auto. Insomma, avvicinare il più possibile il proprio stile di vita a quello pre-industriale.

Qui sta il dramma e la soluzione ancora latita.

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