“Etica per giorni difficili” – Vito Mancuso

Se per qualche incomprensibile motivo avete fatto voto di leggere un solo libro in tutto il 2023, ebbene Etica per giorni difficili di Vito Mancuso fa al caso vostro.

Etica per giorni difficili, infatti, è qualcosa di diverso da una comune lettura, da un semplice libro: è un suscitatore di domande, una lente che di volta in volta mette a fuoco la nostra variegata realtà, fino a profondità di pensiero che nella nostra epoca improntata al superficialismo possono sembrare abissali, ma semplicemente aprono porte sulle questioni di fondo della nostra esistenza.

Il libro di Mancuso si divide in due parti ben definite. Nella prima parte, Una proposta teoretica, l’autore definisce l’Etica, la sua origine naturale, le sue componenti strutturali, i suoi fondamenti. Nella seconda parte, denominata Temi e applicazioni pratiche, Mancuso, attraverso una serie nutrita di micro saggi, inserisce l’Etica nella quotidianità, in azione, agganciata ai problemi di tutti i giorni (il desiderio, l’empatia, la sessualità, la fedeltà, l’odio, l’ecologia…) e ai grandi problemi dell’uomo (la malattia, la guerra, l’eutanasia, la morte…).

La prosa di Mancuso è chiarissima, la sua argomentazione è rigorosa, procede sempre definendo i termini (anche con riferimenti etimologici), esplicitando la sua tesi, premettendo schematicamente le argomentazioni che poi va ad analizzare.

Qualche citazione, per capirci. L’etica, questa cosa d’altri tempi. L’etica, questa cosa per la quale in realtà i tempi non sono mai stati favorevoli. L’etica, questa cosa d’altri tempi, è in realtà più viva che mai in questi giorni difficili.[…] Il problema dell’etica non è l’immoralità diffusa…è la debolezza teoretica del sentire etico. Il problema è la fatica o forse proprio l’incapacità di spiegare agli altri, e prima ancora a se stessi, perché mai l’onestà debba essere preferibile alla disonestà, il bene al male, la giustizia alla furbizia. Il problema dell’etica consiste nella mancanza di un suo radicamento nella coscienza e la relativa difficoltà a rispondere alla domanda sul perché il bene dovrebbe essere meglio del male, se il male non di rado risulta più conveniente e più piacevole.

Il saggio di Mancuso appare a tratti vorticoso, perché l’autore coglie spunti di riflessione dalle fonti più disparate, e diverse nel tempo e nella cultura, ma incredibilmente le trasmette al lettore in maniera limpida e chiara, tanto da sorprenderci a comprendere il pensiero di fondo di filosofi, antichi o moderni, dei quali, negli anni di studio, non avevamo capito granché.

Etica per giorni difficili analizza impietosamente, ma non disperatamente, il nostro tempo. E’ strano: esiste un progresso obiettivo della qualità della vita attestato da una serie di indicatori, ma la sensazione più diffusa tra noi è la decadenza, la crisi, lo sfilacciamento. […] Cosa precisamente va ricostruito? Ciò che va ricostruito è la società. […] La pervasiva sensazione di decadenza è data infatti dal non sentirsi più soci gli uni degli altri… Ma perché non ci sentiamo più soci? Perché siamo rimasti privi di un ideale più grande dell’interesse personale che colleghi tra loro le nostre coscienze. …E’ possibile ritrovarlo? Mancuso indica delle “pratiche”: tornare a dare valore alla realtà e alla nostra possibilità di conoscerla; ridare spessore cognitivo agli ideali di cui gli esseri umani si sono sempre nutriti: verità, bene, giustizia, bellezza, anima…onestà, virtù. La strada indicata porta a quella che Mancuso chiama “nuova utopia”: si tratta di lasciarsi penetrare dal dolore e dal grido di aiuto del mondo e recuperare la nostra “umanità”.

Dopo aver letto la prima parte di Etica per giorni difficili, si può anche lasciare il libro in un luogo “alla portata”, ben in vista, e, a seconda dei casi che la vita ci pone di fronte, immergerci nei temi che esso affronta, come un amico che sembra dispensare consigli, ma in realtà semplicemente ascolta le nostre emozioni e soprattutto ci permette di ascoltarci.

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