“Contro Eratostene” – Lisia

Lisia (445-380 a.C.) è stato uno dei più grandi oratori dell’antichità, tanto da essere diventato un modello per quanto riguarda lo stile oratorio. Le sue orazioni erano per la maggior parte destinate ai giudici del Consiglio e dunque furono quasi tutte di carattere giudiziario. Pare ne abbia scritte più di 400, anche se solo 233 sono ritenute autentiche; di esse, a noi ne sono giunte 34.

Contro Eratostene è l’orazione pronunciata da Lisia stesso in tribunale per la morte del fratello Polemarco e per ottenere la restituzione del patrimonio di famiglia. Per la prima ed unica volta nella storia, Lisia stesso pronunciò di persona la sua orazione. Era il 403 a.C. e l’autore cercava dunque di ottenere giustizia per i soprusi subiti da Eratostene, tra i quali l’arresto dello stesso oratore e l’uccisione del fratello Polemarco. Eratostene era uno dei Trenta tiranni, cioè uno dei membri dell’oligarchia che aveva sostituito ad Atene il regime democratico, dopo la sconfitta contro la città di Sparta nel 404 a.C.

L’orazione si apre con una dettagliata narrazione dei fatti accaduti e continua con un interrogatorio incalzante di Lisia ai danni di Eratostene. Finito l’interrogatorio l’oratore mette a confronto la giustizia durante il governo corrente e quella vissuta nell’Atene democratica: Lisia chiede infine che ci sia una piena riappacificazione, che richiede però una condanna dei colpevoli delle violenze operate. Eratostene, presentatosi personalmente in tribunale, venne probabilmente assolto, soprattutto perché non si volevano alimentare vecchi o nuovi attriti all’interno della città.

La Contro Eratostene è considerata il testo più bello dell’oratore greco, per diversi motivi: per l’abilità con cui Lisia cambia il tono secondo l’effetto che desidera ottenere, passando ad esempio dal tono ironico a quello profondamente serio e commosso. Inoltre Lisia, per tutta l’orazione, riesce benissimo a controllare i propri sentimenti, cosa assolutamente impensabile all’epoca.

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