“Con parole precise” – Gianrico Carofiglio

Mai come in questo periodo le parole turbinano vuote ed inconsistenti; mai come in questo periodo le parole sono usate come lame, per ferire o per uccidere. Le parole sono pietre, secondo lo scrittore Carlo Levi: è vero, esse possono servire per costruire o per lapidare.

Per questo ho preso in mano Con parole precise. Breviario di scrittura civile di Gianrico Carofiglio, perché ritengo ci sia un urgente bisogno di riempire le parole di verità: questo, anzi, secondo l’autore “è un dovere cruciale dell’etica civile”.

Con chiarezza e rigore argomentativo, Carofiglio, nella prima parte del volume, accompagna il lettore a considerare il ruolo della parola ed il suo utilizzo nel campo politico. Per quest’ultimo, vale l’aforisma di Ennio Flaiano che “In Italia la linea più breve tra due punti è sempre l’arabesco”. Invece “ogni tipo di comunicazione onesta e civile, a partire da quella politica, dovrebbe basarsi su elementi concreti e su parole precise ed essenziali…le parole che significano per tutti la stessa cosa”. Al contrario, “le espressioni astratte e generiche condividono con quelle enfatiche e violente lo stesso scopo di occultare la verità”.

Ai fini della chiarezza del discorso, poi, Carofiglio pone l’accento anche sulla correttezza e, citando Claudio Magris, ricorda che “la correttezza della lingua è la premessa della chiarezza morale e dell’onestà”.

La seconda parte del libro è quel breviario di scrittura civile che si richiama nel titolo. L’autore offre uno spaccato dei vizi linguistici del nostro tempo e della nostra società, in particolare in ambito legislativo, ed i possibili rimedi: onestà intellettuale, chiarezza, brevità, linearità, concretezza. Perché “capire è difficilissimo; farsi capire è una smisurata ambizione”.

Possiamo salvare il nostro domani dando oggi maggior aderenza delle parole ai concetti e alle cose? Ci dobbiamo provare.

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