“Ciò che non si può dire” – Pino Loperfido

Quando ho visto questo volumetto in libreria, ho pensato, sorridendo, che ci si rende conto della propria età quando eventi che appartengono ai tuoi ricordi diventano Storia.

Ricordo infatti con molta precisione le immagini televisive di quel 3 febbraio 1998 al Cermis… così come quel 19 luglio 1985 a Stava… ed anche quel 9 marzo 1976, sempre a Cavalese: ricordi collettivi, che si accendono nella memoria tutte le volte che mi capita di attraversare la dolce Val di Fiemme.

Con Ciò che non si può dire. Il racconto del Cermis, Pino Loperfido ricostruisce quell’assurdo pomeriggio di febbraio del ’98, quando un aereo militare americano, con quattro uomini a bordo, volando incredibilmente basso, contro ogni norma di sicurezza e violando ogni possibile legge, tranciò un cavo della funivia che da Cavalese sale fino all’Alpe del Cermis, provocando la caduta di una cabina e la morte delle venti persone a bordo. Fu la tragica bravata di un gruppo di top gun esaltati, dall’ego smisurato, che cercarono pure di documentare con un video la loro assurda esibizione, che prevedeva un “acrobatico” passaggio radente, tra il suolo e i cavi della funivia: quando follia, stupidità e disprezzo della vita umana altrui si mescolano e generano morte.

Con il piglio del giornalista d’inchiesta, Loperfido ripercorre il prima e il dopo la tragedia; con l’incedere sicuro del narratore, l’autore cala i fatti di cronaca nelle vicende umane di un personaggio, Francesco, dapprima bambino sognatore, poi giovane valligiano inquieto, alla ricerca del suo posto nel mondo ed impotente spettatore della catastrofe.

Ma Il racconto del Cermis percorre anche altre strade: una più spirituale, dove alla realtà che vediamo, con le sue paure e le sue fragilità, se ne affianca un’altra, luminosa ed infinita, ed una filosofica…nella vita si arriva a stancarsi di tutto: ogni cosa, presto o tardi, passa dall’essere chiave della felicità a inaspettata, cocente delusione.

Ciò che non si può dire è un romanzo di grande intensità, bellissimo, profondo, toccante. Da leggere e da far leggere, soprattutto nelle scuole, per non dimenticare mai chi siamo, perché la vita non insegna nulla agli uomini che non vogliono imparare.

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