“Che hai fatto in tutti questi anni” – P. N. Scaglione

Scrivere un libro che sia in grado di raccontare e contenere le moltitudini di C’era una volta in America sembra un’impresa proibitiva. Servono una certa dose di tracotanza e di spensieratezza, una ferrea forza di volontà e un amore incondizionato per quel film. Qualità che del resto ha avuto lo stesso Sergio Leone nei lunghi anni in cui ha lavorato alla pellicola. Fortunatamente Piero Negri Scaglione non è stato da meno, quando ha deciso di cimentarsi con la biografia di quel film. Che hai fatto in tutti questi anni (2021) è un libro riuscitissimo.

Scaglione fa quello che dovrebbe fare ogni saggista che con la propria opera voglia uscire dalla ristretta cerchia degli addetti ai lavori: scrive con il rigore di uno scienziato-investigatore, ma “scalda il racconto con il proprio punto di vista”. Sviscera un mare di informazioni, va a caccia di testimoni, incrocia aneddoti e date e in questo vortice infila in continuazione se stesso, la propria esperienza (di spettatore, folgorato sulla strada di C’era una volta in America, e di scrittore) e anche la fatica che irrimediabilmente provoca ogni lavoro di ricerca e di scavo nel passato.

La visione di C’era una volta in America è un’esperienza mistica, mai uguale e mai banale. Scava dentro le anime degli spettatori e nel suo ambiguo essere sospeso tra sogno e realtà rivela molto della vita di ognuno di noi. Scaglione ne racconta le pieghe tormentate con arguta perizia e una straordinaria capacità di “fare racconto”. Che cosa significa? Significa che riesce a trasportare il lettore dentro la narrazione, appassionandolo, anche là dove – l’interminabile burocrazia produttiva prima del film – apparentemente non può esserci narrazione.

Penso che complimento migliore di questo – a Scaglione e al suo Che hai fatto in tutti questi anni – non si possa fare: ci ha fatto venire una voglia matta di rivedere C’era una volta in America.

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