“Butterfly” – Yusra Mardini

Fra poche settimane, a Tokyo, avranno inizio le Olimpiadi e, fra le 150 nazioni partecipanti, ci sarà anche una squadra speciale, quella degli Atleti Olimpici Rifugiati. Si tratta di 29 giovani atleti, di diverse nazionalità, che hanno dovuto abbandonare il loro Paese d’origine, a causa di guerre e violenze, e che a Tokyo, così come a Rio nel 2016, gareggeranno sotto la bandiera olimpica, rappresentando, prima di tutto, la loro voglia di riscatto e di pace.

Butterfly è l’autobiografia di una ragazza fuori dal comune, la nuotatrice di origine siriana Yusra Mardini, che a diciassette anni, insieme alla sorella Sarah, ha abbandonato il proprio Paese, martoriato dalla guerra, ed ha intrapreso il Viaggio: Libano, Turchia, Grecia, Macedonia, Serbia, Ungheria, Austria ed infine Germania.

Gran parte del libro è dedicato proprio ai momenti drammatici che le due ragazze hanno vissuto nell’estate del 2015, in balia di trafficanti senza scrupoli, a contatto con un’umanità varia, tendenzialmente assai poco accogliente. Le sorelle Mardini si resero protagoniste di gesti assurdi, impensabili, come quando si calarono nelle acque del mare molto agitato per alleggerire il gommone con il motore in panne, sul quale viaggiavano verso la Grecia, e per tre ore e mezza fecero mantenere la rotta all’imbarcazione, tra onde altissime, verso la costa che intravvedevano in lontananza.

Uno dei meriti di questo libro è proprio quello di raccontare da dentro l’esperienza di chi cerca asilo in Europa, un racconto di straordinario realismo, senza retorica alcuna, senza giudizi o pregiudizi. Yusra è una ragazza molto matura e disincantata, coglie le sfumature delle situazioni, mal sopporta l’appellativo di “rifugiata”, ma nello stesso tempo avverte quasi un senso di colpa per essersi potuta permettere ed essere sopravvissuta al Viaggio, al contrario di tanti altri migranti.

E poi c’è lo sport: il sogno di partecipare alle Olimpiadi, visti gli ottimi risultati ottenuti in patria e nelle prime gare di nuoto a livello internazionale, prima del Viaggio. Ma anche in questo caso, in Germania Yusra si trova davanti ad una carriera tutta da ricostruire, ripartendo dal basso. Yusra partecipò alle Olimpiadi di Rio e vinse la propria batteria dei 100 metri farfalla, con un tempo però che non le permise di accedere alle semifinali. Ma essere là fu la sua vittoria. Vedi la gara qui.

Yusra sarà anche alle Olimpiadi di Tokyo: un’atleta in più per la quale fare il tifo.

L’autobiografia Butterfly è avvincente, intensa e ci consegna una figura che al pari delle grandi giovani donne del nostro tempo, come Malala o Greta, è divenuta portatrice di un messaggio di pace e di fratellanza. Yusra Mardini, oltre ad essere nuotatrice olimpionica, è oggi ambasciatrice dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati ed in tale veste ha incontrato i più grandi leader mondiali.

Una storia che vale la pena conoscere, in un libro da non perdere.

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