“Ascoltami. La Generazione Z e il dialogo con il mondo adulto” – Fulvia Guazzone

Prima di tutto: chi è Fulvia Guazzone? Già giornalista televisiva, Fulvia Guazzone è un’attivissima imprenditrice della comunicazione, fortemente orientata al mondo dei giovani e della scuola italiana. Ideatrice e organizzatrice del FestivaldeiGiovani – che da anni invita decine di migliaia di ragazzi dalle scuole di tutta Italia a partecipare, come veri protagonisti, a dibattiti, eventi e kermesse tagliati su misura per loro – ha al suo attivo anche documentari (Ascoltaci, 2016), affermati progetti di educazione all’autoimprenditorialità (Latuaideadimpresa, dal 2006), community online di partecipazione giovanile (Noisiamofuturo.it), e, sulla carta stampata, una rubrica dedicata al dialogo intergenerazionale (Millennials, per “Il Secolo XIX”, nel 2018).

Un chiarimento, in secondo luogo: chi è la “Generazione Z”? Qui bisogna precisare, perché vi è un po’ di confusione. Soprattutto si confondono i cosiddetti Millennials con la Generazione Z. I Millennials, detti anche Generazione Y, sono i giovani nati tra il 1981 ed il 1996. La Generazione Z, detta anche dei Centennials, sono i ragazzi nati tra il 1996 e il 2010. La generazione più recente, invece, quella dei bambini nati dopo il 2010, viene definita dai sociologi con il nome di Generazione Alpha.

Quali sono i tratti distintivi dei ragazzi della “Generazione Z”?

Rispetto alla generazione che li ha preceduti, sono più “diversi”. A causa degli abbondanti flussi migratori degli ultimi decenni, infatti, hanno una inferiore percezione delle differenze; per i Centennials le diversità tra le persone, insomma, rientrano nella loro norma e, pertanto, non vengono percepite e riconosciute come tali.

La Generazione Z appare molto più stressata della generazione precedente, con livelli di ansia più alti, anche rispetto alle generazioni più adulte.

I Centennials, poi, per quanto riguarda l’identità di genere e l’orientamento sessuale, dimostrano una sempre maggiore accettazione verso tutti gli orientamenti, trovano strano anche solo pensare di nascondere la propria identità e si sentono a proprio agio nel viverla liberamente, anche senza legarsi ad una specifica etichetta.

Nell’uso dei social e della tecnologia, la Generazione Z si mostra più distaccata dei Millennials; sono nati con la tecnologia tra le mani e preferiscono i social dove possono selezionare una cerchia più ristretta di amici, piuttosto delle masse indistinte di Facebook o Instagram.

Infine, il rapporto con i genitori. La Generazione Z trascorre molto più tempo lontano dai genitori, rispetto ai Millennials: adulti e giovani appaiono sempre più impegnati, e si moltiplicano esponenzialmente le case in cui entrambi i genitori lavorano – o quelle gestite da un solo genitore. I genitori lasciano loro maggiore libertà e si occupano meno dei dettagli della vita dei propri figli. Questa generazione di giovani ha visto tantissimi valori “tradizionali” sgretolarsi.

Eccoci allora al libro: Ascoltami. La Generazione Z e il dialogo con il mondo adulto. Il saggio della Guazzone è uno strumento indispensabile per i genitori e, soprattutto, per insegnanti ed educatori che vivono a contatto con questi ragazzi. E’ un libro diviso per argomenti (Parità di genere, Disagio giovanile, Immigrazione, Sistema scuola…) ed ogni argomento viene presentato in due modi diversi e complementari: da una parte una carrellata di esperienze, storie di vita, di ragazzi, dall’altra le cifre, le statistiche. Guazzone ama descrivere la realtà del mondo giovanile, attraverso le categorie della qualità e della quantità di ciascun problema.

Ciò che particolarmente colpisce in questo saggio-inchiesta è l’attenzione dell’autrice, e la sua passione, per le persone: se i numeri possono risultare freddi, essi vengono riscaldati dalle voci e dai volti dei protagonisti, ai quali Fulvia Guazzone rivolge uno sguardo attento, discreto, direi…umano.

Un esempio. Il libro si apre con un argomento fondante, dal titolo significativo Chiediti se sono felice. Scrive Guazzone: Quante storie sono racchiuse in quei silenzi, in quegli sguardi un po’ sfuggenti, talvolta difficili da afferrare. Molti adulti rimproverano ai giovani di non saper dialogare: non solo tra di loro, coetanei, ma proprio con gli adulti, genitori o insegnanti o altro che siano. E sono esasperati dalla laconicità dei giovani, urtati dalla loro indifferenza, preoccupati dalla loro mancanza di entusiasmo e di passioni. A volte sono perfino impauriti dalle loro reazioni aggressive, tanto brevi quanto violente. Ma cosa c’è sotto questa superficie? Direi un urgente, prorompente desiderio di essere ascoltati, e ancora prima interpellati, infine capiti. Nei modi giusti, nei loro modi, è ovvio. Usando anche il loro linguaggio, rispettando i loro tempi. In questa prima considerazione, trova ragion d’essere il titolo di questo interessantissimo studio: Ascoltami, appunto.

Il saggio di Fulvia Guazzone non può assolutamente mancare fra le “letture meditate” degli adulti che vivono a stretto contatto con i giovani della Generazione Z, perché non sono giovani come lo sono stati i loro fratelli più grandi o i loro genitori e noi adulti in genere. La realtà è cambiata in fretta in questi ultimi decenni e noi adulti abbiamo bisogno di una nuova chiave per entrare in una dimensione di vero ascolto e poi di dialogo con i figli di questo nostro tempo.

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