“Antigone sta nell’ultimo banco” – Francesco D’Adamo

Francesco D’Adamo ci ha abituato a romanzi “forti”, di denuncia sociale, radicati nell’attualità. E con Antigone sta nell’ultimo banco non si smentisce.

La protagonista del romanzo, Jo, è una ragazza anticonformista, che non vede l’ora di superare l’esame di terza media per andarsene in città, almeno per qualche ora al mattino, a frequentare il liceo. Il suo paese le va stretto, soprattutto odia il perbenismo dei suoi concittadini, degli “zombi” che, in nome del guadagno economico, non esitano a calpestare i diritti umani dei lavoratori, soprattutto quelli di colore. Nella recita di fine anno (un’antica tragedia greca), Jo vorrebbe essere la protagonista, Antigone, una ragazza coraggiosa e ribelle che non esita a mettersi contro il potere del re Creonte per dare degna sepoltura al fratello Polinice, ma le tocca la parte di Ismene, sorella molto meno coraggiosa di Antigone. Nella storia poi ci sono “Quelli del Fiume”, lavoratori di colore che ogni anno arrivano da chissà dove per la raccolta dei meloni e che vivono in baracche di fortuna accampati sotto l’Argine Grande. E poi c’è il ritrovamento del cadavere di un ragazzo nero, un ragazzo senza identità, morto per il troppo lavoro, per fame e fatica. E c’è il rifiuto del Comune di pagare il funerale ad uno sconosciuto. E poi ci sono i presìdi contro i clandestini e la mentalità comune, quella degli “zombi” paesani, arrogante, violenta. E infine c’è Cat Fly, un misterioso writer che riempie la città di murales provocatori e scomodi. Insomma, a Jo servirebbe un’idea, magari un gesto eclatante, per far sentire anche il pensiero “divergente” di una ragazzina adolescente. La recita di fine anno si rivela un’occasione travolgente.

D’Adamo racconta con tecnica sicura, da narratore consumato. Sa come tenere desta l’attenzione dei lettori giovani, parla il loro linguaggio, semplice, moderno, diretto. Le riflessioni che riempiono la testa di Jo sono logiche, stringenti e giungono ad una conclusione che si traduce in azione: io sono fatta per condividere amore, non odio.

Con questo libro, D’Adamo parla della moralità, o meglio dell’immoralità del nostro tempo, della necessità di recuperare dal passato un senso della giustizia più alto, un rispetto più profondo per ogni essere umano. E a dimostrarlo è una ragazza giovane, che non accetta i pensieri fatti a slogan, ma vuole pensare con la propria testa, il proprio cuore e quel bell’organo che non rientra nei manuali di anatomia, ma che esiste e si chiama Coscienza.

Un romanzo che certamente non annoia e che fa riflettere.

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