Il tempo dell’attesa è a volte il più difficile da vivere. E anche Anna deve sperimentarlo. L’attesa si può vivere come struggente assenza, da odiare in ogni singolo aspetto. Oppure la si può vivere come occasione di crescita e opportunità di maturazione. Anna Shirley vive la sua attesa in questo secondo modo.
Questo quarto volume della saga di Anna dai capelli rossi è considerato uno dei meno riusciti. Da un certo punto di vista è vero. La storia della protagonista è messa in pausa: passano tre anni di attesa dell’amato Gilbert. D’altro canto però, questa sosta è affascinante e ricca. Anna non sta con le mani in mano, ma lavora nell’amata scuola, cresce come persona e continua a seminare affetto e magia nella vita delle persone.
Con la stessa semplicità e spontaneità di sempre, l’autrice completa un altro tassello dell’esistenza della sua protagonista, consapevole che una vita autentica non è fatta solo di eroismo, entusiasmo e vitalità, ma anche di quiete e attesa. A volte sono questi i momenti che ci mandano maggiormente in crisi. Anna Shirley potrebbe, anche in questo caso, avere qualcosa da insegnare.