“Anna dai capelli rossi” – L.M. Montgomery

La semplicità paga sempre.

Quello che colpisce di più di questo romanzo, primo volume di una saga che non vedo l’ora di completare è proprio la semplicità.

La semplicità di un mondo antico, piccolo ed eterno. La semplicità dei desideri e dei sogni, delle paure e delle frustrazioni di persone che, per quanto immaginate oltre un secolo fa, sono così vere da pensare di poterle incontrare per strada. La semplicità di valori quali il lavoro, la fantasia, il sacrificio e la fede, che troppo spesso ci sembrano ormai fuori moda.

Di fronte a un romanzo del genere penso che il modo giusto di porsi sia la nostalgia senza rimpianto.

Senza rimpianto perché solo chi non ha mai zappato un campo di terra a mani nude può rimpiangere il tempo in cui i trattori non esistevano; la modernità ci ha portato indubbi vantaggi. Ma nostalgia perché, in qualche modo, ci siamo convinti che i valori di un tempo non sono più adatti al mondo moderno. Come se certi valori avessero una data di scadenza (no, non ha più senso essere onesti: siamo nel 2021 ormai! Lavorare sodo? Al giorno d’oggi? Scherzerete vero?).

La lettura delle avventure della piccola Anna Shirley e la possibilità di seguirla mentre cresce in un mondo struggente di amore, dolore e fantasia, può servire per chiarirsi un po’ le idee, per fare una pausa nel mare di sogni imposti e paure innaturali che la società ci offre adesso. Ricordandoci che l’immaginazione è la prima strada da seguire per costruire un mondo migliore e che ogni miglioramento non può che partire da se stessi.

Sì, forse il grande problema della modernità è una mancanza di immaginazione.

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