“12 regole per la vita. Un antidoto al caos” – J.B. Peterson

Nel corso della mia vita ho letto diversi libri. Ognuno di questi mi ha suscitato delle sensazioni diverse. Questo divertimento, questo disgusto, quest’altro esaltazione. Non sono tanti, però, i libri che hanno instillato in me un particolare desiderio. Quello di essere una persona migliore. La sensazione di poter superare i miei limiti e di poter attingere alle mie forze interiori per diventare qualcuno di migliore.

Sì, ma “migliore” in che senso? Migliore in senso essenziale, migliore nel senso di scegliere di credere nell’Essere e non nel Caos. Lo scontro tra Essere e Caos è uno dei punti centrali su cui si basa il saggio/manuale di Peterson. Migliorare significa collaborare al grande dispiegamento dell’Essere che è l’esistenza. L’Essere è la vita, il bene, il bello, la verità. L’Essere è una persona che ha coraggio, dice la verità, aiuta il prossimo, coltiva se stesso e i propri talenti, non nasconde risentimento o vittimismo. Caos è tradimento, doppiezza, disperazione, avidità.

L’Essere consiste nell’assumersi la responsabilità della propria esistenza e accettare il dolore e la fatica insiti in tale scelta. Il Caos invece consiste nel cercare di evitarli il più possibile. L’Essere è una coppia che ha il coraggio di mettere al mondo dei figli, un giovane che lavora con fatica per guadagnarsi da vivere, una persona che accudisce gli anziani genitori. Il Caos è una coppia che invece di un figlio preferisce un animale, un giovane che passa le giornate in camera, mangiando patatine e giocando ai videogiochi, una persona che ignora gli altri.

Non c’è niente di sorprendente nelle regole di Peterson. Anzi, sono vecchie come il mondo e presenti in quasi tutti i sistemi morali tradizionali. Il grande merito dell’autore è averle riproposte in una nuova luce e con una nuova prospettiva. Neuroscienze, biologia evoluzionistica, mitologia, teologia, esperienza clinica, vita personale, aneddoti storici: tutto questo si fonde insieme per caratterizzare e mostrare il valore vero di queste regole.

Uno dei grandi problemi della società contemporanea (perlomeno se restringiamo il campo al mondo occidentale) è che la lotta tra Essere e Caos si è sbilanciata a favore di quest’ultimo. Il nichilismo, il relativismo, l’antiumanesimo sono i suoi capisaldi. La crisi demografica, la cultura dello scarto e la ricerca smodata di profitto sono le sue conseguenze. Vaghiamo spesso alla ricerca di distrazioni per riempire il vuoto che avvertiamo, la cultura del self-care spopola per nascondere il disgusto che avvertiamo per noi stessi, l’effimero e il depravato sono sdoganati. Tutto questo perché oggi manca la forza di carattere di assumersi la responsabilità dell’Essere.

Come in tutte le cose che contano, il primo campo di battaglia è dentro noi stessi. Scegliamo, oggi, di vivere davvero, di abbracciare ogni aspetto della nostra esistenza, di non rifuggire dai nostri doveri solo per evitare fatica e dolore. All’inizio non sarà facile, ma questa è l’unica vera strada per la salvezza, individuale e collettiva.

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